Thursday, 22 October 2009

Il posto fisso.


L'uscita di Giulio Tremonti sul posto fisso ha sconcertato molti. E' almeno in parte uno dei soliti piccoli polveroni mediatici italiani fatti per far scrivere 'd'altro' i giornali. Dice bene anche chi sostiene che si tratti di una mossa per tastare il terreno in vista del (prossimo?) dopo Berlusconi. Fini con le sue uscite sull'immigrazione si è già esposto. I due episodi mi hanno un po' incuriosito, se non altro per l'apparente scavalcamento a sinistra da parte dei due leader del centrodestra. Tremonti però mi sembra più intelligente, meno opportunista e più sincero di Fini, che trovo più bieco e antipatico. Basta dare una scorsa a 'La Paura e la Speranza' , un pamphelet scritto lo scorso anno dallo stesso ministro. E' un volumetto sorprendente: vi sono scritte le stesse cose che il ministro ha detto l'altro giorno, e molte altre che trovo condivisibili.
Sia nella prima pars destruens in cui elenca i molti guasti causati dalla globalizzazione e dal liberismo selvaggio (ribattezzato 'mercatismo' da Tremonti). Sia nella seconda pars costruens in cui in buona sostanza si raccomanda come rimedio il ritorno alle regole, alla responsabilità, e a molti dei valori gettati alle ortiche dalla "cultura del '68". Certo, non si può dire che il governo di cui Tremonti fa parte abbia realizzato molto di quanto proposto nel libro. Dove è presente anche un accanimento quasi berlusconiano nel dare le colpe di tutti i mali del mondo di oggi alla (ex) sinistra. E' vero che ne 'La Paura e la Speranza' Tremonti scrive le stesse cose ripetute a voce due giorni fa, però in nessuna delle due occasioni ha nemmeno menzionato la 'Legge Biagi'.
Certo che se un giorno prossimo dovessi scegliere tra Fini e Tremonti, preferirei di sicuro l'ultimo.

Ma tra un po' dimenticheremo tutto: la crisi - dice il Governo - è praticamente finita, questione di pochi minuti ormai.

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