Friday 31 December 2010

MMX



...and happy 2011.

Sunday 26 December 2010

D-Link DSL-2640B and Voip/SIP

Are you using a D-Link DSL-2640B adsl modem/router/switch/ap and VoIP/SIP applications are not working (like, you place a call, but you can only receive, or vice-versa, and some codecs are not even loaded).

Well, consider a firware upgrade: 3.xx software has a broken SIP Application Level Gateway. And upgrade with Internet Explorer, since Firefox/Chrome/Safari upload is broken as well. What do I have to do to get reliable connectivity at home? Buy a Cisco 1841? Find a DD-Wrt compatible router?

Monday 20 December 2010

Dopo la nevicata a Firenze

La nevicata di venerdì 17 dicembre ha provocato e sta provocando un fiume di critiche, in buona parte giustificate. Sul profilo feisbuk dell'occupante di Palazzo Vecchio (anzi Palazzo Giovane Rottamatore) non si erano ancora spente le critiche relative alla visita nel boudoir di Arcore che i commenti dei cittadini rimasti bloccati per la neve, in un modo o nell'altro, ...fioccano in continuazione.

La nevicata, per intensità una di quelle che si vedono nella piana ogni 20-30 anni, non ha avuto certo molti aspetti positivi: tra questi almeno la possibilità di vedere Firenze sotto una veste inusuale, grazie anche al sole che è spuntato subito il giorno dopo. Sabato 18 ho passato una mezza giornata a scattare foto e a girare questo modesto video. A parte certe inquadrature un po' alcoliche può essere interessante per la vista dall'alto (possibile solo da uno dei palazzi più alti di Novoli, dove ho acceso al tetto) e nella seconda parte per la presenza casuale ma fortunatissima del grande David Vaggelli, più che un busker, ormai quasi un'istituzione a Firenze, tanto che ho usato un trio di sue interpretazioni come sottofondo.





Certo, dopo la mezza giornata passata col safari video-fotografico sono dovuto tornare a casa. L'andata l'avevo fatta a piedi, ma ormai verso le sei del pomeriggio volevo tornare col bus. Ho trovato subito una corsa che mi ha portato alla stazione. Poi niente. Dopo aver atteso alla fermata per una trentina di minuti ho preso un treno (in ritardo e pieno fino all'inverosimile) fino a Rifredi, da dove ho completato il tragitto a piedi.
Due ore per attraversare una metà scarsa della città....

Saturday 18 December 2010

E m'è andata di lusso...

Ieri, venerdì 17 dicembre, si è verificato un evento inusuale per le città toscane: una prolungata nevicata.
Intendiamoci, niente di eccezionale, in assoluto:10-15 cm di neve caduta nel giro di qualche ora.

 Io mi trovavo a Poggibonsi, nel senese. La nevicata era prevista da tempo e mi sono portato appresso la nuova telecamerina, per poter catturare qualche immagine interessante. Mentre chi era in auto non appena la neve cominciava ad attecchire si dava alla fuga, io rimanevo tranquillo. Come al solito, viaggiavo comodamente e in relativa sicurezza coi treni regionali.

Verso le 16:40 mi sono recato alla stazione di Poggibonsi - San Gimignano. E' una stazione piuttosto gradevole, rispetto alla media della Empoli-Siena, almeno. San Gimignano è menzionato più per attrarre turisti che per altro: è la stazione della sola Poggibonsi, la città delle torri è ovviamente è a qualche chilometro, su un colle.

Il tabellone elettronico mostrava ancora i treni previsti per le due del pomeriggio e i successivi. Ho notato subito un affollamento eccessivo. L'annunciatore automatico (la stazione non è presidiata, a parte un piccolo ufficio tecnico) taceva. Parlando con altri viaggiatori ho inteso che non c'erano treni da ...mezzogiorno.
Per un'oretta buona tutti sono rimasti senza notizie certe, anche chiamando al numero verde delle Ferrovie.
Solo alcuni operai Trenitalia in tuta arancione avevano promesso, in base a quanto avevano sentito al telefono, che un treno era appena partito da Siena in direzione Firenze. Poco prima che l'annunciatore si risvegliasse annunciando la soppressione di un treno da Empoli si sono corretti, dicendo che prima sarebbe passato un treno da Empoli e poi uno da Siena, forse lo stesso convoglio. Il tabellone e l'annunciatore automatico si sono 'svegliati' verso le 18. Peccato che si guastino sempre quando sarebbero più utili, in caso di ritardi prolungati.
Prima è stato promesso un treno per Firenze per le 18:55, con 70 minuti di ritardo. Successivamente è stato annunciato che il treno era stato soppresso. Eccezionalmente, pochi minuti dopo, si è udita la voce di un operatore in carne ed ossa: un treno in arrivo per Siena sul binario 2. In effetti è giunto faticosamente in stazione un Minuetto diesel. Il tabellone elettronico sulla fiancata (mostrava 'Firenze-Empoli') ha pure tratto in inganno qualche viaggiatore, che pensava fosse il treno per Firenze. Quest'ultimo alla fine è stato annunciato per le 19. Senza ulteriori annunci di ritardo il treno è arrivato venti minuti dopo, tra gli applausi ironici dei passeggeri allineati sulla linea gialla. E' potuto ripartire anche il Minuetto in direzione opposta (la Empoli Siena dopo Poggibonsi ridiventa a binario singolo).Il convoglio è proseguito lentamente fino ad Empoli, dove ha fatto una sosta di circa 25 minuti. Si è fermato ancora alle Piagge, e un ultima volta prima di Rifredi. Tutto era uniformemente innevato. Il capotreno è passato tra il pubblico sempre più nervoso assicurando che le fermate erano dovute solo alla 'fila dei treni'. In effetti entrando a Rifredi ho trovato una stazione affollatissima. Per fare un percorso che normalmente richiede un'ora o poco meno il mio treno ha impiegato circa due ore.

E non posso lamentarmi: chi ha preso l'auto oppure la corriera ha incontrato un destino molto peggiore. E tutto questo per pochi centimetri di neve. Fortunatamente in Toscana capita raramente.

Come dicevo avevo con me la telecamera ed ho potuto documentare l'accaduto: le riprese inizialmente le avevo  fatte solo per testare la telecamera in diverse condizioni di luce, comunque mi sembra che il loro effetto ce l'abbiano...

Sunday 12 December 2010

G-G-G-Great Advertising!



Questo è un bello spot. Dura più di 5 minuti e mezzo (ok, è il web, ma sono sempre 5:37) ma riesce a non annoiare. Non ci sono modelle, non c'è sesso. C'è un geek bruttino, dei notebook con appiccicati sopra dei disegni di un bambino di IV elementare,  un'illuminazione quasi ospedaliera, due figuri avvolti in due borse della spesa e due paia di guanti per rigovernare.  Ma c'è una storia narrata con ritmo, ironia, intelligenza.

I vantaggi del prodotto (il nuovo s.o. Google per accedere alle applicazione web di Big G) sono sottolineati bene, hanno pensato anche a prevenire le possibili obiezioni del pubblico verso la fine del video.

E' soprattuto uno spot convincente. In almeno un caso aumenterà direttamente e vistosamentela vendita di HD esterni ed altri dispositivi di backup. Per non parlare - pubblicità commerciale E pubblicità progresso! - della sensibilizzazione sugli scottanti problemi di privacy e antitrust derivati dall'affidarsi a Big G per il cloud computing.

Friday 10 December 2010

La busca de Averroes



Nel racconto 'La ricerca di Averroé' di Jorge Luis Borges il filosofo arabo viene mostrato all'opera nel vano tentativo di comprendere i concetti di tragedia e commedia commentando Aristotele. Il racconto si interrompe con l'ammissione fantastica di non essere in grado di comprendere lo stesso Averroé, compiuta dallo stesso Borges.


Ieri è apparsa questa notiziola sulle cronace locali toscane. Il genitore di una bambina mussulmana ha chiesto e ottenuto che la figlia assista alle lezioni di Educazione Musicale con le orecchie protette da una cuffia antirumore. Secondo l'uomo, un marocchino, la musica è impura ed è contro il Corano. Alcuni politici protestano debolmente, la preside 'non vuole enfatizzare la situazione' e accetta il compromesso'. L'imam di Firenze spiega che nel mondo islamico la musica è vista in modi diversi.

La notizia non ha sembrato suscitare molto scalpore: del procedimento giudiziario che ha preceduto la sua pubblicazione non si è saputo finora nulla. Qualche commento nella blogosfera, nei forum, nulla più.
Sta di fatto che, mentre le battaglie di civiltà contro il Crocefisso a scuola sono viste come un progresso, si permette senza tanti complimenti che i programmi ministeriali non vengano, all'atto pratico seguiti. E dire che in moltissimi si lamentano giustamente proprio per la scarsissima presenza della cultura musicale nelle nostre scuole pubbliche.
Sarebbe interessante immaginare cosa succederebbe se un genitore italiano imponesse i tappi alle orecchie al figlio diciamo durante le lezioni di inglese oppure di matematica.

L'idiozia e l'ignoranza di quelli che accettano una situazione del genere come la normalità, o poco meno, lascia sconcertati. Cosa stiamo diventando? E' così che dobbiamo 'accogliere tutti'?

Non si tratta nemmeno di rispettare la religione o la cultura altrui. Queste sono solo le ubbìe di un fanatico. E' dalla cultura arabo-islamica che abbiamo ricevuto in dono, proprio ai tempi di Averroé, gli strumenti della famiglia del violino, il liuto, la stessa chitarra. Nei paesi islamici, e basterebbe ascoltare gli immigrati che incontriamo ogni giorno, anche solo quando gli squilla il cellulare, la musica non è certo vietata o del tutto assente. Che la bambina impari il solfeggio (semmai con qualcosa di diverso dagli striduli flauti dolci che imperversano nelle italiche SMS), forse i nomi delle note in uso in Italia derivano dallo stesso arabo. Il padre, e i dirigenti scolastici che hanno permesso questo scempio, dovrebbero essere processati e alla svelta.

La vendetta della buzzicona.


Sembra che Sakineh non sia stata davvero liberata : ieri sembrava che fosse davvero successo. Hanno suscitato alcune perplessità le immagini dell'attuale aspetto della donna, un po' diverse da quelle apparse un po' dappertutto, in Occidente.


La campagna di advertising contro la Repubblica Islamica in preparazione della guerra prosegue il suo bizzarro percorso, che ormai lascia perplesso più di un osservatore. Riceviamo e volentieri pubblichiamo il contributo di un noto analista, professionista di grido e star del settore, scritto ieri sera di getto alla notizia della liberazione.


UN NOTO PUBBLICITARIO GUARDA IL MONDO, CHE VA A ROVESCIO - SAKINEH: LA 
VENDETTA DELLA BUZZICONA

09/12/2010

Se quella orchestrata per Sakineh Ashtiani fosse come tutte le campagne  pubblicitarie il nostro settore non sarebbe in crisi. Sarebbe morto e sepolto. Un aggancio dal fascino indiscutibile: una donna ancora 
giovane, dallo sguardo intenso, la pelle immacolata. Una scabrosa e piccante storia di sesso (e violenza, un omicidio - dettagli). Un regime sanguinario e folle, e soprattutto inviso a Israele, cui si deve ovviamente tutto. Una condanna a morte imminente, ed eseguita barbaramente con l'arcaico strumento della lapidazione.
Una sola immagine, un logo chiaramente riconoscibile. Lo sguardo assorto e velato della povera donna ripetuto in mille articoli di giornale, in ogni servizio tv, in centinaia di account di facebook. Anche sullo striscione innalzato da Matteo Renzi sulla facciata di Palazzo Vecchio, in mezzo ai turisti di Piazza della Signoria. In sostanza, una copertura mediatica pressoché completa.

Misurandone l’appeal di lettura, qualsiasi ricerca di mercato ne avrebbe dato per certo il successo. E sarebbe bastato che Sakineh fosse stata lapidatata subito, e per adulterio. Sarebbe stato un cadavere utilissimo contro la Repubblica Islamica. Pochi hanno guardato dentro davvero alla situazione, pochi sapevano che in realtà Sakineh era dentro per omicidio. Ormai nessuno o quasi ha una soglia di attenzione sufficiente per accorgersene. Se ci ritroviamo i politici che abbiamo, è anche per questo. E comunque bastava usare maldestramente un vecchissimo ferro del mestiere di comunicatori: il proverbiale pelo di figa.

Arma di sfondamento buona per ogni tempo, anche quando i creativi non hanno non dico sogni, ma nemmeno lo straccio id un idea. Banale, ma sempre efficace, l'immagine femminile della vittima sacrificale, stavolta pure senza trucco. che occhieggiava dai muri e dai giornali. Creava curiosità e accendeva la suspense fino al giorno si sperava prossimo in cui sarebbe stata finalmente lapidata, provocando la giusta reazione occidentale contro il regime inviso a Israele.

Annunciando esecuzioni rivelatesi sempre delle patacche, lasciando così il messaggio a metà, alimentando i giornali e costringendoli poche ore dopo alle scuse, producendo falsi allarmi sempre più flebili, gli attivisti anti-Iraniani pro-Sakineh hanno fatto diventare della campagna propagandistica dell'anno una farsa. Hanno creato un'aspettativa così grande che oggi, alla notizia della sua liberazione, quasi viene rabbia. 
Si può solo timidamente accennare che sia stata liberata per l'azione della campagna. Gridare vittoria sarebbe comunque ammettere che a Teheran non sono così folli.

In pubblicità, una grande campagna può fare grande anche un prodotto un po’ così così. Ma almeno un prodotto ci deve essere: Sakineh doveva perlomeno essere impiccata. La campagna ha finito per estinguersi non 
tanto per carenza di soldi, quanto per carenza di violenza. Si dovrà ammettere un giorno che non fosse utile creare attesa per qualcosa che, dopotutto, era solo un’altra patacca anti iraniana. E inoltre, guardando i notiziari di questi ultime ore, oltre al danno la beffa. Non si può fare a meno di notare che il viso etereo delle foto di appena qualche 
giorno fa non hanno che una lontanissima parentela con le fattezze grossolane e paffute della prigioniera appena liberata.

Più che una tragedia perpetrata da un regime hitleriano con quel volto la vera Sakineh potrebbe al massimo vendere un minestrone o un detersivo. In una campagna di terzordine.
Cosa ci dovremo inventare prima dell'attacco preventivo, ormai chi lo sa?. Esecuzioni di omosessuali? Fatwa contro poetastri? Oscuri siti web gabellati come fossero governativi?.

Più che la vendetta della buzzicona, la vendetta della realtà. Consumata a freddo sulla cruda, non sempre così entusiasmante, realtà delle mille patacche della disinformazione.

Tony B., direttore creativo Gary Coleman Italia

Wednesday 8 December 2010

L'ha fatto per Firenze?

Questa settimana Renzi fa notizia perché è stato ad Arcore da Berlusconi. A impetrare la mitica 'Legge speciale per Firenze' promessa lo scorso anno in campagna elettorale."L'ho fatto per Firenze". Quando ho letto questa frase mi è venuta in mente più di una battuta anche troppo facile su possibili mercimoni di natura diversa da quella strettamente politica, visti i recenti trascorsi dell'ormai attempato premier. Ora anche sul Corrierino Fiorentino  Renzi sembra confermare implicitamente che la visita alla corte imperiale poteva suscitare più di un sorriso. L'ha fatto davvero per Firenze? Non esattamente. Renzi poteva agire più discretamente, però se così fosse stato non sarebbe probabilmente finito sui giornali: e questo da mesi e mesi sembra essere in buona sostanza lo scopo della sua attività politica. Fare in modo che comunque l'attenzione sia centrata su di lui, se non finisce sul Corrierino almeno due volte alla settimana non è contento. Stavolta però, complice anche un certo bigottismo di sinistra endemico in Toscana e a Firenze, non sembra essergli andata benissimo. Per la prima volta da mesi il popolo bue della sua pagina di facebook lo subissa di critiche, superando anche quella che a volte sembra essere una specie di claque che lo osanna sempre e comunque. Anche sui giornali non sta andando molto bene.

Speriamo almeno che 'sti cantieri per la tramvia partano come promesso..

Jesko Friedrich

Jesko Friedrich is an interesting German satirical actor and writer. His work with the charachter "Johannes Schlüter" on NDR (a public broadcaster) has gained him lots of views on Youtube and other video hosting sites. Most of the stuff is in his native German. Some references are only understandable to people with a relatively good knowledge of the local culture and politics, however some satirical sketches have been so good that a few people have took the time to transalte and subtitle them. So (today it's a long, rainy holiday morning) I've took the time myself to translate into English the wikipedia entry about Jesko Friedrich. And I've subbed three more of his Schlüter sketches. Here they are, together with 'Bushpilot' and the very successfull (even in unlikely places) 'Verbrennflaggenproduzent'











Saturday 4 December 2010

The Aging Persuaders

Nella ormai sconfinata discussione sul cablegate si inserisce questo curioso contributo di Antonio Pintér, “direttore creativo Arnold Italia”. Pintér analizza il ‘fenomeno’ Wikileaks dall’inedito punto di vista di un “artigiano” della comunicazione, come l’autore è si definito altrove. Cercando di conciliare l’incredibile attenzione riservata all'avvenimento con la (supposta da alcuni,  e credo per motivi abbastanza evidenti di convenienza politica) scarsa importanza del contenuto dei 250.000 e passa cablogrammi.
L’incipit dell’articolo mi lascia subito dubbioso: "Nemmeno, non dico un filmino, ma almeno una fotografia."
Pintér è ormai appartenente a una generazione anziana. Quella della televisione, dello ‘spot’, come unico medium possibile e immaginabile. Che importa la mancanza di immagini nell'epoca di twitter, delle email, degli sms? E’ un problema? E’ necessario che ci siano foto o un filmato perchè qualcosa sia interessante, oggi?
Continua ad applicare alla realtà di oggi i paradigmi di 30 anni fa (e più). Oggi non ci sono più solo tre, sei o nove reti nazionali e qualche grande giornale. Non c’è più solo la tv analogica con dentro l'unidirezionale, univoca e universale ragazza delle morositas ( forse ormai pesa 130 kg e ha 5 figli).
Ormai il campo di battaglia della comunicazione è disseminato di dispositivi interattivi elettronic. L’iPhone, l’iPad per i più modaioli. Il PC, lo smartphone ormai alla portata di tutti per il resto del mondo. Vanno bene twittate, email, blogpost, pure le righe virali di pubblicità che qualche volta clicco anch'io in gmail. Vanno bene certo, per contro, anche i video di youtube, ormai usati istituzionalmente anche da piccole realtà.
Va bene il 'web', il sito istituzionale, la bloggata, la paginetta sul portale di settore.
C'è ancora certo il servizio televisivo, lo spot, il manifesto, il volantino, l'articolo più o meno prezzolato, la pagina di pubblicità, il teaser.
Ma sempre di più tutto viene ridigerito e rilinkato in modo spesso multidirezionale e imprevedibile nella cloud della rete.
E' importante che i cablogrammi siano senza le figurine? No. Nel giro di poche ore della pubblicazione è stato possibile fruirli in forma grezza, con un motore di ricerca testuale, con una comoda animazione flash, Assange è stato minacciato di morte su youtube più volte, le notizie su Berlusconi, Israele, l'Iran, Sarkozy, etc. sono state lette e commentate e ripetute centinaia di migliaia di volte sui siti dei giornali, sui blog, nei newsgroup.
Il cablegate non sarebbe stato interessante se fosse rimasto solo una pila di fotocopie alta qualche metro, disponibile solo in qualche remoto archivio. Diventa un prodotto interessante perchè nella realtà di oggi centinaia di milioni di persone, miliardi, connesse alla rete possono leggerli cliccando su un collegamento web.
Pintér invece si soprende perché non ce li propone la negretta delle morositas (un’idea che lo stesso autore avrebbe potuto proporre, ventanni fa) e ciononostante ne parlano tutti.
La spiegazione? Il teaser. “"Ha creato un teaser così grande da oscurare tutto e rendere irrilevante ciò che sarebbe seguito.”
Ricordo bene il teaser di un film tutto sommato non eccezionale. "L'esercito delle dodici scimmie sta arrivando". Meglio del film stesso.
Ma alla fine è arrivato un film divertente, ma non certo un capolavoro. Lo ricordano solo gli appassionati di cult movie.
L'altro giorno la NASA ha annunciato una conferenza su una nuova scoperta relativa al campo dell'astrobiologia. C'è chi per un attimo ha sperato nella scoperta di nuove forme di vita su Marte o un satellite di Saturno.
Ieri nelle ultime pagine dei giornali si legge che è stato modificato geneticamente un batterio per farlo nutrire di arsenico.
Il teaser? Se ne è parlato un po’ sui giornali, nei forum. Non è stato niente di eccezionale. Assange con quello che per ora è solo circa il due per mille dei cablogrammi ha monopolizzato per giorni le prime pagine di giornali, tv, siti web, blog, newsgroup. E la cosa potrebbe andare avanti ancora per mesi e mesi. Vengono confermate tesi di cui si parlava da mesi? Certo, ma a confermare quelle tesi sono i diplomatici di uno stato la cui politica ufficiale è ben diversa, non il medio contributore a un gruppo di discussione su internet.

Peccato per la mancanza dell'esiziale supporto iconografico, ma forse Pintér sottovaluta il 'prodotto' cablegate...

Friday 3 December 2010

No more Nazi-Zionist innuendo?


irannazi.ir is no more. The site http://www.irannazi.ir/forum/ does not respond. Today the domain irannazi.ir today seems to be deleted from irtld.com ( http://www.irtld.com/whois/www.irannazi.ir ), its former registrar.

Just a few days ago the site, which has become a small news case in the western and middle eastern world, was still reachable, but there was only a note saying that the forum was closed until further notice. Read this and this other post of my blog for a summary of what has happened since last November.

A self-appointed israeli 'researcher' has 'discovered' the site, a rather naive forum for WWII and 3rd Reich enthusiasts, and has mistranlated a disclaimer in farsi, that was only saying that the site was following Iranian regulations, to hint at the possibility of a direct connection between the site and the Iranian government.

A few bloggers, and a few news site took notice. It's always useful to associate your enemy du jour with Hitler and nationalsocialism. Especially if you are about to go to war against him.

The Iranian government did take notice, too, and.. filtered the site in Iran for a few days, then lifted the filter after the owners toned down a bit the imagery and the wording in the forum. The iranian government denied any involvement in the site: irannazi.ir was simply registered, as any other iranian website, in a registry of iranian websites. Censorship was apparently applied under the insistence of the Jewish minority within Iran. The western press announced that the site 'was again allowed in Iran', of course.

After an Iranian I'm corresponding with warned me that the site was again inacessible from within Iran, I 'discovered' that the forum was closed. This has not been mentioned by any news source I could find.

The only thing remotely comparable to a news source mentioning that the site is now completely offline is this german article : yes, the site is offline, but, hey the owners have not been prosecuted (under what Iranian law?) and hey, you can still buy Mein Kampf in bookstores (so you can from amazon.com, but never mind).
On November 30th on this research site this special dispatch was issued, when irannazi.ir was already closed and with different graphics, repeating the same misleading news sources of 10 days before, whitout ever mentioning that the site was offline.

And hey, wasn't this site supposed to be the direct offspring or at least to be supported by the Iranians Gov't? How come is the site offline, now?

In the meantime, we learn from the Guardian that another middle eastern Government is promoting - without the shadow of a doubt - the most intolerable antisemitic canards. Not on with an obscure website. In textbooks. That are also used abroad. In the UK. Where is Rubin? Where are the bloggers? Where are the news sites? Where is the indignation? Where is the photoshopped Ahmadinejad head on Hitler's body? There is only an overly prudent commentary by David Goldberg. But it's Saudi Arabia: you're not going to attack them with a preventive strike anytime soon...