Wednesday 25 March 2020

La mia (prima) quarantena da coronavirus

Sabato 7 marzo e domenica 8 avevo, ahimé, prenotato un weekend a Milano. Volevo vedere alcune mostre, tra cui quella su Georges De La Tour e quella su Canova/Thorvaldsen, e semmai qualche altra cosa. I musei avevano appena riaperto, e, inusualmente, avevo abboccato alla breve campagna #milanononsiferma. Anche se le notizie dei giorni immediatamente precedenti il 7 non erano buone ho deciso di partire lo stesso. Il mercoledì precedente un tale di Paderno Dugnano che sento per lavoro mi diceva che si parlava di 'chiudere tutta la Lombardia' ma la presi come una boutade. Come sarebbe possibile chiudere il centro economico dell'Italia?

Il 7 mattina arrivo a Milano su un Freccirossa 1000 pressochè vuoto. Sono l'unico passeggero nello spazio di due vagoni di seconda classe. Nei bagni c'è del gel igienizzante per le mani.

In città poche persone, è una splendida giornata, ma c'è meno gente che a Ferragosto, o quasi. A Palazzo Reale, non ci sono difficoltà a seguire la distanza interpersonale di un metro prescritta, forse è un po' più difficile farlo alle Gallerie d'Italia per Canova, ma non più di tanto. Tutto ancora chiuso in via Sarpi, pienone invece al Parco Sempione, che evito. Passo da Citylife (semivuoto) e torno in albergo.

Mi addormento, fatalmente, prima della conferenza stampa notturna di Conte che annuncia il primo DPCM che stabilisce che dall'8 marzo la Lombardia e buona parte del resto del norditalia siano 'zone rosse'.

Mi accorgo del decreto quando mi sveglio, verso le 5:30 e guardo il telefono. Per qualche minuto (zona ROSSA??! come a Codogno) mi vedo prigioniero a Milano per chissà quanto tempo.
Leggo poi che sarà consentito tornare alla propria residenza. Il call center di Trenitalia mi dice che per il momento i trenti viaggiano regolarmente.

Mi decido ad anticipare il prima possibile la partenza, prima che qualcuno cambi idea e sposto il viaggio di ritorno. In stazione - c'è già una troupe televisiva - mi dicono che al massimo i controlli sui viaggiatori partiranno (come in effetti partirono) il 9 marzo.

Torno in città, a Firenze, su un treno vuoto quasi come quello preso il giorno prima: le notizie dell'esodo dei meridionali di Milano, almeno inizialmente, sono esagerate.

A casa cerco di documentarmi il più possibile sul nuovo decreto. Improvvisamente il moltiplicarsi di contagiati e vittime ha fatto imposto una virata 180 gradi. Scrivo il 25 marzo, a poco più di due settimane di distanza e sembra ormai di parlare di un'epoca lontana. Il 7 marzo è stato l'ultimo giorno 'veramente' libero per me e per molti altri. Nella prima bozza del DPCM Conte era presente un'articolo che imponeva 14 giorni di 'autoisolamento fiduciario', in pratica una quarantena a chi ritornasse da zone rosse. Essendo Milano una zona rossa io rientravo nell'articolo. Articolo tolto da testo finale del DPCM. Tuttavia la sera dell'8 marzo leggo su alcuni giornali online che alcune Regioni, tra cui la Toscana, stavano preparando ordinanze per imporre proprio quell'autoisolamento.
E in effetti, ormai a notte inoltrata, leggo che l'ordinanza è stata firmata e pubblicata (a notte fonda, appunto, sulla gazzetta regionale telematica, con validità immediata). L'ordinanza n.9 2020.

Il giorno dopo, il 9 marzo, mi organizzo per rimanere a casa in telelavoro con tutti gli annessi e connessi del caso. Dovrei contattare il numero della Regione indicato nell'ordinanza, ma non risponde mai (e non lo farà mai nei giorni successivi).
Non riuscendo, mi limito a chiamare il mio medico che mi conferma l'obbligo di rimanere a casa.
Mi rassegno e ogni tanto provo a chiamare per sicurezza il numero, ma da o occupato  o numero massimo di chiamate raggiunto.

In serata, noto un particolare tweet della Regione, ritwittato da Enrico Rossi. Si vuole imporre a chi si è recato DALLA LOMBARDIA alle seconde case in TOSCANA di ..tornare indietro alla propria regione di residenza. Ma come? A me, che torno da poco più di 24 in Lombardia impongono di rimanere a casa, mentre a chi ci ha passato una vita intimano di tornare a casa, viaggiando, non col teletrasporto, e rischiando di diffondere il virus? E' una contraddizione bella e buona.

Provo a chiedere spiegazioni agli account twitter 'istuzionali' ma non ho risposta. Solo un'email (ritorniCINA@...) fornita da un assessore a supplemento del numero di telefono che risponde sempre occupato. Ho scritto anche lì, ma ancora nessuno mi ha risposto.

Il giorno dopo è effettivamente stata pubblicata la Ordinanza n.10 del 2020 della Regione Toscana. I 'vacanzieri' Lombardi sono invitati a tornare a casa, la scusa è che in Lombardia possono stare vicini al loro MMG. MMG che però in caso di sintomi di Coronvirus non devono vedere di persona, da norme ministeriali. Ma tant'è: la contraddizione evidente con  l'ordinanza n.9 è stata santa con un articolo della 10 che chiarisce (o meglio ridefinisce, basta darsi la briga di leggere entrambi i testi) che la n.9 si applica solo a chi viola il primo DPCM Conte #iorestoacasa. Sì, quello uscito il ...9 marzo, DOPO l'ordinanza n.9 !!

Certo dovrei essere contento, la mia (prima) quarantena per il Covid-19 è durata solo poco più di due giorni, e dal 10 marzo posso uscire, ma con moderazione, a fare la spesa e per una breve passeggiata - il resto ovviamente è stato vietato dal primo degli ormai tanti DPCM contro il Covid.

Certo, una sciocchezza rispetto a quanto è successo prima e dopo la mia piccola disavventura, e a quanto succederà ancora per chissà quante settimane. Ma per qualche ora, la concitazione e l'affanno di uno o due ammistratori di fronte a qualcosa a cui erano totalmente impreparati l'ho prorprio sentita, nel mio piccolo, sul collo.

La velocità della fibra ottica.

Sono su Internet da prima del web, ovvero dalla fine degli anni '80. Mi è capitato infatti di utilizzare BBS americane raggiunte su X.25 (Itapac) di straforo che erano collegate ad Internet per email, news e ftp. Ho anche utilizzato brevemente la rete Sublink (che tramite UUCP consentiva accesso alle news e all'email).  L'Internet 'moderna' l'ho usata con dalla prima incarnazione di Italia On Line nel 1994: successivamente mi è capitato di provare, a casa o sul lavoro, quasi tutti i tipi di collegamento alla rete, a parte quello satellitare. Mi mancava ancora quello in fibra ottica. A casa infatti ho utilizzato dai primi anni 'zero' una normale ADSL (ex) Libero poi evolutasi in ADSL2.
Più che altro per ragioni di tariffe rimaste ..agli anni zero alla fine dell'anno scorso mi sono deciso a cambiare: per l'appunto il mio fornitore Wind/Infostrada/Tre aveva appena fatto partire nella mia zona un'offerta FTTC/FTTH, che interessava anche un'altro appartamento dove ho internet.

Il 20 dicembre ho fatto la prima richiesta per entrambi i domicili, uno coperto da FTTH (fibra ottica 'vera') e uno solo raggiungibile da FTTC (in casa si mantiene il doppino telefonico classico, ma con maggiore velocità). Il contratto è stato 'firmato' vocalmente in entrambi i casi, e mi è stato assicurato che tutto sarebbe stato attivato entro 15-20 gg.  Nel caso dell'FTTC Womd mi averbbe spedito il modem/router (purtroppo obbligatorio) a casa con attivazione da remoto, nel caso dell'FTTH invece lo avrebbe portato il tecnico. Infatti in quest'ultimo caso dentro cassa arriva un cavo di fibra ottica vera e propria che è di solito fatta passare nella stessa canalina del doppino telefonico per poi terminare in un'apposita borchia montata vicino ala presa telefonica principale (che rimane disattivata). In entrambi i casa la fonia passa in realtà a VOIP gestito dal router e i telefoni di casa si collegano 'tibaltando' le prese alle porte phone del router. Questo però sono informazioni reperibili più o meno dappertutto, quello che è curioso nel mio caso è stato l'effettivo svolgersi di entrambe le attivazioni...

FTTC:

-la pratica parte nei tempi previsti.
- mi arriva un sms e una mail con un link dove controllare lo stato della pratica
- nei tempi previsti (circa 15gg) mi contatta un corriere per concordare la consegna del router
- il router arriva il giorno stabilito
- procedo all'attivazione secondo le istruzioni (si tratta di collegare il router alla presa telefonica e andare su una pagina web prestabilita)
- il router pare prendere la portante, ma non esce su internet, tantomeno collega la fonia VOIP
- la vecchia ADSL e la vecchia fonia non funzionano più
- chiamoi il 155, l'operatotre mi fa spegnere e riaccedenre il router, vede da remoto che tutto va bene, poi mi risponde che 'la stanno attivando entro il giorno dopo'
-  il giorno dopo passa, richiamo il 155, che mi fa ripertere l'operazione, con medesimi esiti
- intanto siamo arrivati a una domenica, quando i tecnici non lavorano neanche da centrale
- il lunedì successivo riapro chiamata col 155, a questo punto promettono di far partire un tecnico
- martedì mattina, mentre mi sto recando al lavoro, mi chiama un tecnico Telecom (che lavora comunque per conto di Wind) e mi chiede se può venire subito a casa, visto che ha un buco libero: rispondo che non è possibile e mi dice che richiamerà
- mercoledì riesco a fissare per un colpo di fortuna durante la mia pausa 'pranzo': il tecnico ha qualche difficoltà a trovare l'indirizzo
- ciò però ha l'effetto benefico di fargli subito capire cosa è successo, hanno disattivato l'ADSL al numero civico giusto, ma, a suo dire, fatto il collegamento al civico sbagliato
- mah! comunque il tecnico verificato in casa il buon collegamento del router esce a fare l'attivazione e poi mi richiama sul cellulare
- in effetti a questo punto funziona subito tutto, e alle velocità che mi aspettavo, compresa la fonia VOIP: tutto sommato poteva andare peggio

FTTH

-la pratica parte nei tempi previsti.
- mi arriva un sms e una mail con un link dove controllare lo stato della pratica
- la data dell'attivazione (9 gennaio) rimane la stessa anche se, contrariamente a quanto stabilito, nessuno mi contattata per un'appuntamento
- telefono più volte al 155, ogni volta mi confermano la data, anche se l'ultima operatrice sembra esitare: prendo una giornata libera per aspettare la visita del tecnico
- dopo l'ultima chiamata, la sera prima dell'intervento,  mi squilla il telefono, è il ..155
- non faccio a tempo a rispondere: in realtà è quasi sicuramente il sondaggio automatizzato per registrare il gradimento di una delle telefonate precedenti, ma ancora non lo so
- per sicurezza richiamo il 155: stavolta l'operatore guarda meglio 'sul terminale' e mi dice che secondo lui è abbastanza improbabile che l'intervento si farà domani, anche se non mi dice bene perché
- il giorno dopo, ormai sono in ferie, passa senza che si presenti nessuno: verso le 17 richiamo il 1555
- stavolta l'operatore mi dice che non è possibile fare l'intervento perché la ditta incaricata (open fiber) stava ancora attendendo il 'permesso dal condominio'
- chiedo perché non sono stato informato di questa richiesta e perché non avessero spostato la data ma ricevo solo risposte cortesi, ma vaghe
- provo a chiamare l'amministratore del condominio: non sa nulla di richieste di permessi. Anzi, secondo lui la fibra è arrivata in strada, ma deve ancora passare su una striscia di terreno comunale, sotto una banca che ha sede nello stesso palazzo, e poi arrivare nelle zone comuni del condominio. Per questo è necessario fare degli scassi o altri lavori di 'muratura' che richiedono l'approvazione dell'assemblea: la prossima è a settembre 2020. È questo, per l'amministratore, il termine post quem il passaggio a fibra ottica sarà possibile.
- un tantino contrariato richiamo subito il 155, e spiego la situazione. Propongo di passare il contratto FTTH a FTTC: l'operatore acconsente, ma dice di non avere 'i permessi' per fare il passaggio e mi dà un altro numero
- nelle giornate successive chiamo un paio di volte il numero: l'ultima volta l'operatore mi assicura di aver fatto il cambio, anche se, stranamente, non mi fa ripetere la 'firma vocale' del contratto
- sul sito web la data dell'attivazione, già oltrepassata, rimane la stessa
- nei giorni sucessivi chiamo il 155 almeno una decina di volte: ogni volta ricevo una risposta diversa, ancora in FTTH, già in FTTC, attivo, disattivo
- a un certo punto sul sito web la pratica cambia stato: impossibile realizzare l'attivazione
- mi accingo a chiamare il 155 per l'ennesima volta, ma tornando a casa mi accorgo che c'è un volantino attaccato al portone: open fiber sta per portare la fibra nel condominio, decantandone i vantaggi. C'è un numero di cellulare da chiamare per ricevere informazioni
- chiamo il numero la mattina dopo: è un tecnico piuttosto gentile di open fiber che mi assicura che non bisogna aspettare settembre per avere la fibra, ma solo qualche giorno. Con l'amministratore si sono chiariti, c'è solo qualche difficoltà nel creare la dorsale interna dovuta alla grandezza dello stabile e al fatto che i pianerottoli hanno una loro porta che li separa dalla tromba delle scale.
- in effetti nelle due settimane successive iniziano a stendere i cavi: chiamo il tecnico un paio di volte e cerco ingegnarmi con gli altri condomini perché non blocchino i lavori tenendo chiuse le porte dei pianerottoli
- la mattina in cui arrivano al mio appartamento trovo il tecnico che lavora sulle scale (lo riconsco dalla voce) e mi dice che posso già ricontattare il 155
- lo faccio subito, il primo operatore mi dice che ancora non vede nulla, riprovo con un'altra operatrice che mi fa finalmente ripetere l'attivazione
- anzie stavolta la ragazza (sembrano chiamare tutti da un call center in Sicilia) mi richiama perché stavolta ha letto 'sul terminale' dei problemi passati e vuole sincerarsi che la fibra sia davvero già presente
- nel giro di circa una settimana mi contatta un'altra società per portare la fibra a casa: fortunatamente lavorano anche di sabato e non devo sprecare un'altra giornata di ferie
- come stabilito nel giro di circa un'ora mi fanno arrivare la sospirata fibra ottica in casa: ancora però non possono fare il passaggio perché "c'è la fibra nelle scale ma non l'hanno ancora attivata"
- c'è da aspettare un'altra settimana circa: dopo aver fissato un'altro appuntamento telefonico un tecnico porta finalmente in casa il nuovo router (uguale a quello FTTC, con modulo per fibra ottica) e attiva subito Internet.
- la fonìa, mi dice, si attiverà da sola il giorno dopo
- il giorno dopo ancora nessun segnale di vita dal telefono (mentre Internet va velocissima)
- dopo un altro giorno mi decido a richiamare il 155: l'operatrice fa alcune verifiche e dice che proverà ad attivarmi la fonia lei
- il tentativo riesce, e finalmente posso telefonare.
- l'attivazione è conclusa: siamo ormai a metà febbraio, ma almeno si viaggia bene, in tempo per il lockdown da Coronavirus