Sunday 4 April 2010

Sputnik - La Selezione dal Reader's Digest dell'U.R.S.S.


Da diverso tempo sono in possesso di una sorta di rarità editoriale: il primo numero dell'edizione italiana di Sputnik, risalente al giugno del 1975. Ho visto che la wikipedia italiana non ne parlava così ho pensato di mettere insieme un articolo sulla base dei preesistenti in tedesco, spagnolo e inglese. Il risultato lo trovate qui.

Sputnik era una rivista pubblicata in più lingue dall'agenzia sovietica Novosti. In Italia fu pubblicata credo per non molto tempo da un editore toscano, Luciano Landi di San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo (se qualcuno però ha notizie più precise su questo particolare sarei lieto di riceverle). Il numero in mio possesso ha un prezzo di copertina di seicento lire. Altri tempi, al cambio con l'euro sarebbero meno di 30 centesimi, oggi.

La rivista era pensata per i paesi esteri: anche quelli del Patto di Varsavia, ma soprattutto quelli occidentali. Le edizioni di maggiore successo furono la versione tedesca, spagnola (usciva in molti paesi dell'America Latina) e portoghese. Il modello era dichiaratamente Selezione dal Reader's Digest, rivista che oggi in Italia non si pubblica più da qualche anno. Con Selezione in pratica ho imparato a leggere, mio nonno Giacomo ne possedeva decine e decine di numeri, per non parlare dei buffi romanzi condensati in edizioni omnibus riccamente rilegate e di altri titoli e monografie della casa (di per se assolutamente non malvagi, anzi).

La copia sovietica tutto sommato non sfigurava: se la versione originale ospitava regolarmente articoli fortemente favorevoli agli USA, Sputnik non faceva altro che descrivere le meraviglie del sistema socialista. E tutto sommato con eguale grado di ingenuo cattivo gusto.

Dove Selezione parlava di combattenti per la Libertà in Vietnam e pericolo rosso in Brasile, Sputnik parlava giustamente dei milionari dell'Unione Sovietica - mostrando foto di operai o donne ingegnere al lavoro nelle repubbliche più lontane dell'Unione.

Erano ancora tempi in cui si pensava di far finire la Guerra Fredda non (solo) con un olocausto nucleare, ma con un avvicinamento dei paesi occidentali ai modelli orientali, e viceversa - una sorta di medietas socialdemocratica. Ci pensavano in pochi in realtà, ma forse sarebbe stato meglio di Yeltsin e Clinton.

Chissà se una lettura più attenta di Sputnik avrebbe portato qualche beneficio... Certo digerire gli articoli "scientifici" sulle teorie di espansione del globo terrestre (pg. 14 del n.1) o le foto sull'ultima moda sovietica (pg. 25) era difficile, anche col digestivo Antonetto del povero Nicola Arigliano (r.i.p.).

Ha vinto il bagnoschiuma Atkinsons (mostrato qui sotto insieme alla IIa di copertina) - che Dio ce la mandi buona...


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