Helmut Berger è uno strano personaggio. In gioventù il suo aspetto lo ha fatto probabilmente desiderare da tutte le donne, diversi uomini (e invidiare da tutto il pubblico maschile). All'apice della carriera avuto la possibilità di lavorare con i più grandi registi e attori del suo tempo.
Non è invecchiato molto bene: meglio che diventare una sorta di mummia in balia del proprio chirurgo plastico, come è accaduto a suoi colleghi statunitensi. Ma ogni tanto i giornali - quando non hanno di meglio da scrivere - riportano notizie come, anni fa, il suo rifugiarsi dalla madre per un tracollo economico, o altre comparsate televisive come questa. Era una sorta di dio greco appena sceso dall'Olimpo, a 25 anni. A 65 è quasi messo peggio di mio nonno Giacomo a 80.
Mi è venuto il sospetto che, almeno in parte, stesse un po' recitando: per comparazione ecco qui un ubriaco veramente fradicio in tivù.
Di sicuro avrà fatto guadagnare qualche punticino di share alla trasmissione della ZDF. Una sorta di varietà-talkshow-documentario sugli anni '60 trasmesso poco prima del sessantesimo compleanno dello spilungone bavarese dai lunghi boccoli biondi, molto noto nei paesi di lingua tedesca.
Gottschalk però questa volta assomigliava pericolosamente a una versione teutonica di Paolo Limiti - il presentatore dei programmi di e per vecchie cariatidi. Pubblico attempato; ospiti, perlopiù musicisti pop di IIa categoria, tutti ampiamente sopra i 60 anni, anche se generalmente ancora in buon stato di conversazione. Il tutto presentato con una dose veramente equina di kitsch, che a volte solo i cugini tedeschi possono sopportare. Gli anni '60 ridotti, vediamo, a tre o quattro canzoncine pop, la minigonna, il Maggiolino e il boom economico, questa volta nell'edizione Ludwig Erhard?
La generazione dei Gottschalk, dei Berger, dei suoi ospiti (Claudia Cardinale, Robin Gibb, Chubby Checker tra i noti anche al pubblico italiano) è quella dei baby boomer. Ormai ha ampiamente raggiunto l'età della pensione: all'orizzonte si staglia già l'abisso della senilità. Nel mondo occidentale è stata la prima (e temo rimarrà l'unica per chissà quanto tempo ancora) ad avere tutto. Il più lungo periodo di sostanziale pace e sviluppo economica conosciuto da Europa e America forse dai tempi del I secolo dell'era volgare. Una libertà - politica, tecnologica, comunicativa, sessuale - mai conosciuta prima. Dovevano cambiare il mondo, sono riusciti forse solo a minarne irrimediabilmente le fondamenta. I più ingenui si sono ammazzati subito con questa o quella droga. I più furbi hanno fatto i soldi, spesso a discapito dei loro figli e nipoti, per poi comprasi dei SUV e poco altro.
Ora i sopravvissuti, coi denti rifatti e la pelle stirata, vanno placidamente in televisione da personaggi come Gottschalk, un buon diavolo che probabilmente lavora solo per pagarsi l'ICI sull'arcata dentaria, ma deve cambiare urgentemente sarto e parrucchiere. Non dovevano inaugurare l'Età dell'Acquario? Saranno ricordati per qualche motivetto in 4/4 e poi per cosa, vediamo.. Forse solo per il personal computer, che è poi un'applicazione di tecnologie ideate dalla generazione dei loro odiati padri.
Helmut Berger questo tutto sommato lo sa, anche se forse non se ne rende conto. Il suo è stato in realtà il contributo più lucido e intelligente a questa tardiva celebrazione dei mitici anni sessanta..
No comments:
Post a Comment