Saturday, 20 June 2009

L'Esodo Cristiano dalla Terra Santa

Ieri sera, in stazione, curiosavo tra le riviste straniere esposte dall'edicolante e mi è caduto l'occhio sulla copertina del National Geographic (ed. USA) di Giugno. "The Christian Exodus from the Holy Land", con la foto di tre pellegrini in visita a un monastero Siriano.

Il mensile contiene in effetti un lungo articolo intitolato "The Forgotten Faithfuls - Arab Christians" sulla condizione della minoranza arabo-cristiana in Medio Oriente. In particolare Gerusalemme e il Libano.

Gli Arabi sono stati in realtà tra i primissimi a convertirsi al Cristianesimo. Dopo la conquista della Terra Santa da parte degli Arabi goderono di una relativa libertà di culto; paradossalmente la loro condizione cominciò a peggiorare sensibilmente con le Crociate, quando vennero massacrati insieme ai Mussulmani.

Fino alla fine del XIX secolo raggiungevano quasi il 25% della popolazione. Oggi non raggiungono il 9%. In Israele e i Territori Occupati, il 2%. Presi tra gli arabi mussulmani sempre più radicalizzati e gli ebrei israeliani, moltissimi hanno scelto la via dell'emigrazione.

L'articolo segue in particolare una coppia cristiana, Mark e Lisa. Il marito ha il passaporto dell'Autorità Palestinese e ha bisogno di un permesso da parte di Israele per recarsi a Gerusalemme. La moglie ha il passaporto israeliano. Secondo la legge non possono vivere sotto lo stesso tetto. Quando vuole lavare l'auto per Pasqua, Mark si accorge che non c'è più acqua, e indica i nuovi insediamenti di coloni israeliani come i colpevoli.

Milad Assaf invece è un maronita di Beirut, un militante del partito Lebanese Forces. In casa è armato fino ai denti, ma i militanti di Hezbollah, molto più numerosi, sono armati ancora meglio e si trovano a pochi isolati di distanza. Assaf, 45 anni, spera che almeno la figlia dopo la laurea riesca a lasciare il Libano. Per gli USA, l'Europa, l'Australia, non importa dove.

L'articolo originale, che descrive anche episodi che ad occhi occidentali sembrerebbero improabili, come la venerazione di un'immagine della Madonna da parte di fedeli mussulmani è qui:


Cercando su Internet, ho visto che l'articolo è stato riportato anche nel numero di Giugno dell'edizione italiana del National Geographic. Il titolo è "Presi tra due fuochi". In copertina invece c'è l'emergenza alimentare nel mondo. Oggetto di un altro lungo articolo - con dati semplicemente agghiaccianti - dello stesso numero del NG.


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