Trieste è, tutto sommato, una bella città. Un po' puttana, come tutte le città di mare, ma bella.
Le case e i palazzi del centro ricordano vagamente Vienna o anche la Baviera. Solo che girato l'angolo spunta l'arco di Riccardo, oppure l'anfiteatro romano.
Salendo verso la vecchia cattedrale per una scalinata ripida si arriva al memoriale forse più riuscito, accanto ai resti del foro dell'antica Tergeste.
Una città di confine, e che da un confine all'altro è stata spesso trascinata. L'ultimo che ci provò fu il maresciallo Tito, poco più di 50 anni fa. Pochi ricordano l'episodio, ormai. A proposito, questo è uno dei resoconti più genuini che si possa trovare su Internet (ho un debole per i racconti di Tigre 31, sono un po' naif ma E.P. è un uomo della stessa generazione di mio padre)
La quartultima o terzultima volta, capitò proprio al Regno d'Italia. Le testimonianze di quella vittoria (anzi, Vittoria con la V majuscola) si sprecano. Di fronte a Piazza dell'Unità d'Italia ci sono due statue di bronzo: una rappresenta due soldati della I GM, l'altra due donne intente a rammendare un vestito. Un po' lezioso, come i tanti monumenti dedicati ai caduti o le altre iniziative commemorative.
Poco più in alto la vecchia rocca di San Giusto, restaurata da poco. Stranamente la bandiera che sventolava sul pennone non mi ha fatto sorridere a mezza bocca, per una volta.
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