La settimana scorsa ho fatto un giretto archeologico di qualche giorno, diciamo tra Capo
Miseno e Castellamare di Stabia. Il sito di Pompei(*), rispetto a quando
l'ho visitato nel 2012, prima dei crolli più gravi, è effettivamente migliorato.
Un paio di bei bronzi di Mitoraj, l'antiquarium riaperto, la Palestra Grande riaperta. Certo, alcune delle case più importanti sono aperte
solo la mattina o il pomeriggio: ma stavolta c'è almeno un'indicazione sul
cancello con gli orari. Altre ville, anche quelle indicate sul vademecum 'ufficiale' invece sembrano chiuse tout court. Vabbé.
Farsi qualche km a
piedi dalla Circumvesuviana o la Cumana ai siti 'minori' tipo Oplontis,
Baiae o Villa Arianna è stato piuttosto istruttivo: oltre alla difficoltà di reperire informazioni affidabili sul tragitto e gli orari dei siti, i sacchi di monnezza
lasciati sul ciglio della strada, a volte con contorno di ratti - ratti
- a banchettare sono in qualche modo emblematici.
Una strada chiamata 'Passeggiata archeologica' a base di rifiuti sparsi dappertutto è rimarchevole
In mezzo tra Stabiae e Baiae c'è ovviamente Partenope. Che dire: la
linea 1 della metropolitana (a parte i biglietti usati gettati pare
volutamente da tutte le parti) sembra quella di una città del nord
europa. Le linee a scartamento ridotto che le turiste tedesche alla fermata chiamano
''S-Bahn' facendomi ridacchiare ora hanno in alcune stazioni i tornelli:
continuano tuttavia a meritare ancora pienamente la loro fama di affidabilità da terzo
mondo. In centro si vedono ancora soggetti - uh - folkloristici in
quantità. Un tipo dalla dentatura improbabile con una Vespa dallo
scarico puzzolente è salito sui vialetti del giardino dietro a Palazzo
Reale dove mi ero seduto un attimo e ha tirato fuori un iPad taroccato
che voleva vendermi. L'ho mandato via ridacchiando e dicendo che avrei
chiamato la polizia. Il tanghero ha iniziato a urlare che avrebbe
aspettato i Carabbbbinieri davanti a me, però si è allontanato. Mi ha dato del
cornuto, ho continuato a guardarlo con compassione per qualche secondo: è andato via subito.
Davanti al Maschio Angioino, grande dispiegamento di Polizia Locale.
C'era un negro con una cuffia di lana (con 30 gradi, e ne vedo spesso, mah..) e un sacco
azzurro di cianfrusaglie sul muretto vicino al parcheggio. I VVUU l'hanno
fatto prontamente sgombrare. Sul prato subito sotto il muretto, in modo
che non si facesse vedere. Visto anche che il museo civico dello stesso
Castel Nuovo era chiuso senza alcun preavviso, praticamente ho riso in
faccia ai vigili. Han fatto finta di niente.
Quando vado in un altra città se posso cerco sembre librerie o
bancherelle che abbiano libri usati, per comprarmi qualche libro -
classici di solito - a poche lire come ricordo.
Napoli in questo senso è un po' particolare. Prima sono andato davanti
al Museo Archeologico.
Era l'ultima apertura serale della stagione ed ero in anticipo: stavolta sono riuscito finalmente a
vedere (al terzo tentativo) la sala dei bronzi della Villa dei Papiri: infatti in occasione dell'apertura straordinariaquasi tutte le sale sono aperte, e a soli EUR 2
invece di EUR 12. Nei giorni di apertura normale prima di farti pagare
il biglietto ti dicono quali sale, spesso importantissime, sono chiuse -
e io già c'ero stato due volte negli anni scorsi.
Dicevo il MANN: di fronte ci sono diverse librerie, una accanto
all'altra ma - forse perché trattano più che altro scolastici - non si
può sfogliare nulla. Ognuna ha un banco coi commessi, e si può chiedere
solo a loro. Comunque in una ho trovato, su una isolata cassetta, un Liside (fusarianamente del 'Plato') a solo
0.50 EUR!
Il vero terreno di caccia per l'appassionato di bouqiniste è a Piazza
Dante e per le vie immediatamente dietro. Anche qui file di librerie una
dietro l'altra con i banchetti davanti e un'offerta che fa impallidire
anche le Libraccio di Milano: i prezzi sono pure stracciati. Certo, ci sono dei
tipi che controllano che nessuno si metta un libro in tasca andandosene
senza pagare. E nessuno, nessuno, dei 4-5 librai da cui ho acquistato mi
ha fatto lo scontrino. Ma che diamine, ho riempito lo zaino con una dozzina di volumi.
Infine, sono andato al Vomero. Le vie pedonalizzate attorno a piazza
Vanvitelli sono piuttosto carine: se il resto della città fosse pulita e
ordinata così.. Vabbè.. Comunque in una di questa c'è una fila di
bancherelle, di libri intendo. Mi sono messo a cercare anche laggiù: è
arrivata una signora con la figlia. Si sono messe a chiedere ai
venditori se avessero dei libri che, credo, la ragazza doveva leggere
come compito per le vacanze. Non hanno trovato nulla: la giovane si è
messa a guardare un cesto di classici. "Mamma.. i "Fiori del male" di
Baudelaire. Che è?" "Nugne so" "I Fiori del male di Boddelair, suona
bene..."
Essendo un saccentuzzo, mi sono intromesso.. "E' poesia, signora."
- "Ah, è poesia.. buono, è breve"
Dopo due minuti la madre mi fa "Ma guardi signore, è prosa, guardi qua.."
Era una traduzione italiana di una seria già economica da nuova. Ma in
effetti era in prosa, o comunque impaginata in modo talmente compatto da
sembrare in prosa. A parte dire che io ho una edizione tascabile in
francese, che dovevo fare, cercarlo su internet?
Un ultima passeggiata lungo Spaccanapoli, affollatissima, anche con un matrimonio, Forcella e poi in carrozza sull'ultimo .italo per Firenze.
(*) Metto il link al sito ufficiale. Che è leggermente più corretto, ad esempio negli orari, del vecchio website di Coop Culture. Che comunque risulta più in alto sui risultati di google.
Saturday, 8 September 2018
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