Saturday, 26 March 2011
marte rojo
L'altro giorno mi sono imbattuto casualmente in questa notiziuola, rimbalzata in Italia dai media anglosassoni (oggi provando a googlare hugo chavez mars ottengo decine e decine di link a rimbalzi di agenzia al riguardo). ”Non è da escludere che vi sia stata una qualche forma di civiltà su Marte. Ma forse sul pianeta rosso sono arrivati il capitalismo e l’imperialismo ed hanno distrutto tutto” Chavez stava parlando di problemi ecologici: c'è forse una non insignificante probabilità che il corpulento zambo stesse facendo dell'ironia.
Ma questo eviedentemente sembra non essere passato per la testa dei cronisti americani, dei copiaincollatori giornalistici italiani, e - quel che è peggio - della maggioranza dei loro lettori.
Anche se poi Chavez crede veramente all'esistenza di passate civiltà su Marte, questo non lo renderebbe molto peggiore di, ad esempio, un Berlusconi che parla di fusione delle 'cellule' parlando di energia nucleare o di un La Russa che blatera di 'aerei antiradiazioni' intervistato da una giornalista sull'ultima guerra per il petrolio.
A me è venuta subito in mente la trilogia di Marte del grande Kim Stanley Robinson. Marte come grande laboratorio politico-ecologico, una serie tanto intelligente che in Italia ne è stato tradotto solo il primo volume. Per non parlare della più recente trilogia Science in the Capital - sul cambiamento climatico - ancora del tutto inedita.
Arthur C. Clarke scrisse una frase molto nota (ai fanboy, almeno): Politicians should read science fiction, not westerns and detective stories.
Chissà se Chavez è un politico che effettivamente legge fantascienza.
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