Da ieri - previo annuncio su Facebook - la foto di Sakineh Mohammad Ashtiani campeggia sulla facciata di Palazzo Vecchio. Il Sindaco Renzi si è sempre dimostrato molto sensibile alle campagne di stampa contro l'ennemi du jour di un noto stato neocoloniale del M.O. Anche ai tempi dell'ultima putativa rivoluzione colorata si era sperticato non poco.
Il caso di Sakineh è poco chiaro, in realtà: nel frastuono del battage mediatico, rimane la smentita da parte irania che si tratti solo di adulterio (c'è almeno un concorso in omicidio) e che la pena sia effettivamente la lapidazione. Curioso che i giornali abbiano ripreso a parlare del caso subito dopo la notizia dell'attivazione del reattore nucleare della prima centrale nucleare iraniana. Il caso ricorda pure altri esempio di propaganda anti-iraniana, come il caso dei rapinatori-omicidi giustiziati, che, essendo anche omossessuali sono diventanti martiri dell'intolleranza della Repubblica Islamica. Per non parlare poi di questa nota bufala..
Non stravedo per il regime di Ahmadinejad, beninteso: ma non è certo il peggiore per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, anche limitandosi al solo Medio Oriente. Visto che si parla di Renzi, due anni fa in Arabia Saudita (dove la pena capitale si somministra tramite decapitazione) una ragazzina è stata uccisa dal padre perché usava Facebook. A Firenze i principi sauditi vengono accolti con tutti i riguardi. Perché il Sindaco della città dell'Elettrice Palatina non si indigna in questo caso.
Certo, sicuramente il caso Sakineh è - come minimo - un esempio di come l'applicazione della pena capitale sia sempre esecrabile e da condannare. Ecco allora il Sindaco - con un'espressione particolarmente indignata - di fronte al Presidente di un noto stato che ormai da più di 35 anni ha ripreso ad applicare alacremente la pena di morte.
Forse sarebbe meglio che Renzi pensasse davvero ai problemi della città, invece che a cercare di trovare il modo di finire sui giornali sempre e comunque almeno un paio di volte a settimana.
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