Friday 24 August 2018

Dalla Chiesa dell'Autostrada a Roma, e ritorno.

Una delle primissime chiese che ricordo di aver visitato, da piccolissimo, è la chiesa di San Giovanni Battista al casello di Firenze Nord della A1. Meglio conosciuta come chiesa dell'Autostrada del Sole.
Non ricordo per quale motivo visitai la chiesa con mio padre, forse era solo curioso di vederla: credo che fossero passati poco più di 10 anni dalla consacrazione. Andavo alle elementari, e a quella età non potevo certo registrare la novità di quella architettura, o la sua funzione. Ricordo che la chiesa mi sembrò enorme, e un po' "strana".


Nonostante abbia continuato ad abitare sempre in zona, a pochissimi chilometri di distanza in tutti questi anni non mi è più capitato di fermarmi a San Giovanni Battista. Certo, ho visto innumerevoli volte l'esterno passandoci vicino in auto, ma mai che abbia trovato dieci minuti per rivederla.
Qualche mese fa ho rimediato: è aperta tutti i giorni (con orari diversi secondo il giorno della settimana) e vi si celebrano spesso messe per comitive di viaggiatori. Per visitarla basta uscire a Firenze Nord e dirigersi verso l'autogrill accanto ai palazzi direzionali di Autostrade per l'Italia.
La chiesa fu edificata per ricordare i tanti operai morti sul lavoro durante la costruzione (fatta in tempi oggi incredibili) dell'autostrada del Sole. Questo, da bambino lo ignoravo. Oggi invece posso anche leggere l'iscrizione in latino della dedica:

'deo optimo maximo sacrum in honorem beati johannis baptistae in memoriam qui ceciderunt operariorum' - sacro a Dio ottimo massimo, in onore di san Giovanni Battista, in memoria di coloro che caddero degli operai', letteralmente. 50 anni fa era ancora normale apporre iscrizioni in latino. Non so se oggi lo si farebbe con la stessa facilità.
La chiesa, la trovo ancora molto bella. Non amo (per usare un eufemismo) l'architettura della seconda metà del Novecento: però Michelucci utilizzando materiali 'tradizionali' come la pietra a vista, o anche il rame delle coperture, riesce a far accettare anche una forma particolare come la 'tenda nomadica' del corpo di fabbrica principale. E' anche il segreto della stazione centrale di Firenze, un fascio littorio visto dall'alto, ma rivestito dei materiali giusti.
Il cemento 'brute' a vista risulta gradevole almeno all'interno, dove i pilastri dovrebbero ricordare i rami di un albero (o anche gli archi di una cattedrale gotica - almeno a me fanno questo effetto).
All'esterno invece è l'unica parte della chiesa che appare degradata.

In realtà non è probabilmente nulla di grave, anche se rivederla oggi (le foto le ho fatte durante una seconda visita ieri) alla luce dei recenti avvenimnti col viadotto di Genova intristisce ancora di più.

Certo, che sia proprio il cemento armato ad apparire così deperito è quasi un commento sulla nostra epoca, figlia ancora infante, dal futuro incertissimo, di quella stessa seconda metà del Novecento.
L'uso dei materiali e delle tecniche tradizionali, sempre in un contesto 'moderno' si estende anche alla essenziale decorazione. Il bronzo è usato per le porte, la cancellata, e per i pregevoli bassorilievi della galleria.


Bassorilievi che conducono all'ingresso vero e proprio. Credo il punto meno riuscito dell'intera struttura (potrebbe essere l'ingresso di un palazzo per uffici di medie dimensioni):



Proprio subito dopo l'ingresso però qualcosa ha colpito la mia attenzione:


Un dipinto, probabilmente amatoriale, comunque quasi naif, del battesimo di Cristo. Forse un ex voto, o un ulteriore omaggio al primo priore della chiesa, ricordato nella targa a sinistra, morto proprio questanno.


Cercando informazioni sulla chiesa dopo la visita, non ho trovato nulla sul quadretto, ma ho sono venuto a sapere che in origine erano previste nella decorazione della chiesa ben nove tavole di Gregorio Sciltian - un pittore 'della realtà' che apprezzo particolarmente. Secondo quanto sono riuscito a recepire da alcune ricerche fatte in rete, Sciltian aveva dalla sua amicizie in Curia, ma i suoi quadri furono infine rifiutati non solo per l'opposizione di Michelucci, ma anche per l'opposizione di molti intellettuali dell'epoca, con alla testa Bruno Zevi.

Sta di fatto che i quadri, otto angeli e un Battista, alla fine non furono installati nella chiesa: però lessi che si possono trovare a Roma, in piazza Euclide (ai Parioli) nella Basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria.

In rete non si trovano immagini dei quadri, così, in occasione di una visita alla Capitale, ho deciso di fare una passeggiata da Termini a piazza Euclide - giro un po' lungo, ma gradevole passando per Villa Borghese.

Sulla Basilica, creazione 'neobarocca' di Armando Brasini, si può probabilmente dire tutto e il contrario di tutto. Certo, tra la sua consacrazione (1936) e quella di S. Giovanni Battista (1964) passano 28 anni. Tra il 2018 e il 1964 ci sono 54 anni. La prima chiesa ormai sembra senza tempo, o quasi, la seconda vive ancora in qualche modo la drammaticità del presente, o almeno di eventi recentissimi. Almeno, così pare a me: forse solo per ragioni anagrafiche.

L'interno della Basilica è piuttosto spoglio:




Ci sono rari quadri (francamente imbarazzanti) di pittori contemporanei italiani e sudamericani. I punti decorati più riccamente sono all'ingresso, con un crocefisso ligneo, e la fonte battesimale.
Proprio qui troviamo le tavole di Sciltian. Otto angeli, un San Giovanni Battista. Anzi, un Battesimo di Cristo.



Che dire. Gli angeli in monocromo sono un po'particolari. I volti femminili potrebbero essere presi da qualche illustrazione pubblicitaria degli anni 60. Forse all'epoca Sciltian voleva tentare una nuova forma di iconografia (il sesso.. femminile degli angeli?).
Ma il Battesimo? E' bellissimo, altro che 'orribile' come recitano alcune fonti che è possibile reperire cercando in rete. La foto non rende bene l'idea, va visto dal vivo. Le citazioni di molta pittura toscana del '400 sono evidenti.
Sciltian, e gli altri pittori 'della realtà' del novecento italiano, come Annigoni e i Bueno, sono stati recentemente rivalutati e sono state loro dedicate diverse mostre. Il modesto quadretto 'figurativo' che ho visto sull'acquasantiera della chiesa dell'Autostrada in fondo non è che una loro piccola, ennesima rivincita.

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