L'altro giorno, complice un'ennesima trasferta in treno, sono finalmente riuscito a terminare 'Fuori!' di Matteo Renzi. Qualche mese fa invece ho letto, in una serata o poco più, 'Cioni ti odia', autobiografia di Graziano Cioni.
Il libro di Cioni è uscito per un piccolo editore: ne hanno parlato le cronache locali, è stato presentato sporadicamente. Soprattutto nelle case del popolo toscane (si chiamano ancora case del popolo?). 'Fuori!' è uscito per i tipi di Rizzoli. Sarebbe dovuto essere edito da Mondadori, ma gli strascichi dell'incontro avvenuto ad Arcore tra Berlusconi e il sindaco di Firenze hanno fatto consigliare una scelta più avveduta.
E' stato presentato - per mesi - in tutta Italia in conferenze affollate, e la fotografia dela copertina continua ad essere ancora "l'avatar" di Renzi su facebook. Una faccia da facebook, indubbiamente: sarà anche un esperto di marketing, l'ex-giovane di Rignano, ma il suo fotografo non fa che accentuare la mollezza dei suoi lineamenti.
Graziano Cioni è un politico che, a livello locale, per due decadi ha contato molto. Probabilmente se non fosse incappato nello strano scandalo di Castello, due anni fa, ora il sindaco di Firenze sarebbe lui. Anche Renzi fu menzionato, eccome, nelle intercettazioni relative: tuttavia la "non rilevanza penale" del "forte linguaggio" utilizzato sembra sia stata applicata solo a lui.
Sta di fatto che Cioni è virtualmente e repetinamente scomparso dalla vita pubblica: forse c'entrano anche motivi personali, ma la sua vicenda mi ha non dico sorpreso, ma reso diciamo alquanto perplesso.
'Cioni ti odia' (la scritta di uno stencil apparsa abbastanza frequentemente sui muri di Firenze dopo la delibera anti lavavetri) è una autobiografia singolare. Lo stile è alquanto peculiare: Cioni, dichiaratamente, non ha nemmeno la terza media. Sicuramente l'esperienza non gli manca, ma è abbastanza evidente che la (forzata) mancata frequentazione di scuole e buone letture in gioventù si fanno ancora sentire. Non che la lettura del libro sia sgradevole, anzi, ma certi limiti si fanno sentire.
Il politco di Empoli appartiene a un'Italia che non c'è quasi più. Povera di mezzi, di istruzione, ma con una grande vitalità: gli aneddoti raccontati da Cioni, dalle battute di caccia col babbo alla 'Gladio Rossa' ormai sono storie appartenenti a un mondo che non c'è più. L'ex assessore ed ex senatore è il primo a riconoscere che il suo percorso è appartenuto a un periodo unico della storia italiana ed oggi non sarebbe ripetibile.
Fin dalla istituzione della ZTL, quasi un quarto di secolo fa, ho sempre visto al barbuto assessore con un certo favore. L'ho pure votato alle politiche. Ha avuto sicuramente delle intuizioni positive (il traffico, la sicurezza) e si è messo in gioco con fermezza innegabile.
Rimangono delle contraddizioni sconcertanti: si può mettere - giustamente - la sicurezza ai primi posti, si può parlare - giustamente - dei problemi derivati dall'improvvisa entrata della Romania nell'area Schengen, e poi invocare la completa e incondizionata apertura delle frontiere, sicuri che non succederà nulla. Sconcertante: un po' come l'iniziativa fallimentare degli (sic) angeli neri che avrebbero dovuto contrastare il commercio abusivo, oppure, in altro settore, il 'trenino' che avrebbe dovuto aiutare i giovani ad andare in centro nonostante la ZTL notturna. In realtà un vero e proprio buffo trenino su gomma, di quelli che di solito si trovano in certi parchi o in altre zone ad uso e consumo dei turisti e delle famiglie con bambini piccoli. Per un'estate me lo sono trovato, tutto smalti e decorazioni, parcheggiato pure vicino casa.
Per la città di Firenze ha fatto tutto sommato molto: se ci fosse stato lui a Palazzo Vecchio probabilmente oggi i lavori per la linea 2 della tramvia, e col progetto originale, sarebbero già a buon punto, e non alla vigilia dell'apertura dei cantieri da ..un anno intero, come con Renzi.
Certo, per Cioni l'esperienza a livello nazionale non ha portato grandi risultati: tornato a Firenze si è evidentemente scontrato con qualcosa più grande di lui. Se siano stati solo il suoi limiti o altro, è difficile dirlo con precisione.
Un tratto che lo accomuna con Matteo Renzi è certamente l'attenzione per i media. Sicuramente la ZTL è stato qualcosa di utile, ma anche una buona cassa di risonanza. Lo stesso le iniziative più recenti, come la criticatissima-apprezzatissima ordinanza che ancora oggi ha tolto dagli incroci fiorentini il racket dei lavavetri (perché di questo si trattava). Certo, autoincensarsi ancora per aver sventato il terribile tentativo di corruzione della funzionaria di Albacom comincia ad assomigliare un po' a quelle che qualche anno dopo sarebbero iniziate ad essere definite delle renzate.
Con Renzi però facciamo un salto di almeno un paio di generazioni. E' il figlio di un mondo molto diverso da quello di Cioni. Il milieu del rignanese non è più quello sottoproletario dell'empolese Cioni (anzi, pontormese) bensì piccolo-medio borghese. Renzi ha potuto frequentare ottime scuole, e tutto sommato con profitto. Il suo libro, più programmatica dichiarazione di intenti che autobiografia, si lascia leggere bene. Tende a volte al linguaggio pubblicitario (
'Fuori!' è più o meno tutto così per le sue 200 pagine, o poco più. Ho terminato gli ultimi capitoli nel breve tragitto di un frecciargento Padova-Firenze. Tanto ormai avevo letto o sentito le stesse cose in TV o sulla pagina facebook del Nostro. Parole abili, ma al momento, a Firenze non si è visto molto. Qualche sgombero, sacrosanto. Un paio di pedonalizzazioni, con risultati contrastanti. Molte altre situazioni sono state gestite male (per esempio la nevicata del 17 dicembre) o continuano ad essere ignorate, come i problemi - perché di problemi seri si tratta - della sicurezza e del degrado.
Proprio stasera alla Leopolda di Firenze si apre una 'convenscion' che forse (ma non sembra il momento giusto) candiderà Renzi alle primarie del PD.
Se rimane a Firenze forse dopotutto rivoterò Renzi, se non altro per la cronica mancanza di alternative valide nell'agone politico per l'elezione del futuro occupante della 'sala di Clemente VII'.
A livello nazionale, perché scegliere un giurisperito ex-giovane che alla fin fine, alla prova dei fatti, non è riuscito ancora a superare i risultati del figlio di un fruttivendolo di Empoli con le 'medie nemmeno finite'?
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