Sul "fertility day", si è detto ormai tutto, anche che è un inutile anglicismo. Io potrei aggiungere che in Italia una campagna del genere sarebbe stata comunque attaccata, anche se condotta meglio, anche perché ormai 'procreazione', 'fertilità' sono parolacce che suscitano immediatamente riflessi pavloviano-antifascisti. E che c'è un bel pelo sullo stomaco anche da parte di chi - giustamente - critica il governo perché la situazione socioeconomica dei giovani (e degli ex-giovani) non consente in molti casi di mettere responsabilmente in cantiere un figlio. Ad esempio si potrebbe chiedere dove erano quell che oggi protestano quando negli ultimi 20 anni un paio di generazioni sono state condannate al precariato a vita, e si è smantellato quasi del tutto il poco welfare di cui disponevamo -per non parlare del sistema pensionistico. Mi ha colpito però l'ultimo scandaletto relativo ai volantini sul rapporto tra droga e fertilità che usavano immagini stock di ragazzi, anche di colore, intenti a fumare cannabis. Mentre i primi manifesti non erano malvagi (ma il problema, ribadisco, non era la forma, ma il messaggio. ovvero quello di farli davvero i figli) i volantini erano davvero brutti. Si è parlato anche del confronto con le campagne analoghe di altri paesi. E' uscito un apparentemente informatissimo articolo su Wired , oggi un pezzo sul Quotidiano Nazionale - anche l'astvtissimo presidente del Consiglio, dalla Gruber, ha lodato, lui che è un grande esperto di marketing, la campagna per la fertilità fatta in Danimarca. Qui al minuto 52, parla di una 'fantastica campagna dei danesi'
La cosa mi ha incuriosito. Ecco uno spot danese..
Eccone un altro..
Ora, anch'io li ho visti distrattamente, e mi sono sembrati divertenti e simpatici. Però c'era qualcosa che non tornava, erano un po' troppo simpatici. Ho cercato meglio su internet (diciamo, un cinque minuti). Beh, non si tratta di una vera campagna per la fertilità - è solo la pubblicità di un sito di viaggi danese (http://www.spies.dk) che paròdia una campagna vera invitando il pubblico più che a fare figli, a viaggiare. Certo, pare ci siano cascati anche giornalisti da motore di ricerca stranieri, o quasi. Tutto sommato c'è da credere alla Lorenzin, quando dice che le hanno fatto vedere il volantino errato. Con deficienti del genere, tutto è possibile.
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