Saturday, 24 September 2016

#fertilityday, #frugtbarheddag

Premetto subito che non so una parola di danese (anche se grazie a inglese e tedesco posso discernere qualcosa) e che la traduzioone di 'giorno della fertilità' in  'frugtbarhed dag' l'ho fatta con google.
Sul "fertility day", si è detto ormai tutto, anche che è un inutile anglicismo. Io potrei aggiungere che in Italia una campagna del genere sarebbe stata comunque attaccata, anche se condotta meglio, anche perché ormai 'procreazione', 'fertilità' sono parolacce che suscitano immediatamente riflessi pavloviano-antifascisti. E che c'è un bel pelo sullo stomaco anche da parte di chi - giustamente - critica il governo perché la situazione socioeconomica dei giovani (e degli ex-giovani) non consente in molti casi di mettere responsabilmente in cantiere un figlio. Ad esempio si potrebbe chiedere dove erano quell che oggi protestano quando negli ultimi 20 anni un paio di generazioni sono state condannate al precariato a vita, e si è smantellato quasi del tutto il poco welfare di cui disponevamo -per non parlare del sistema pensionistico. Mi ha colpito però l'ultimo scandaletto relativo ai volantini sul rapporto tra droga e fertilità che usavano immagini stock di ragazzi, anche di colore, intenti a fumare cannabis. Mentre i primi manifesti non erano malvagi (ma il problema, ribadisco, non era la forma, ma il messaggio. ovvero quello di farli davvero i figli)  i volantini erano davvero brutti. Si è parlato anche del confronto con le campagne analoghe di altri paesi. E' uscito un apparentemente informatissimo articolo su Wired  , oggi un pezzo sul Quotidiano Nazionale - anche l'astvtissimo presidente del Consiglio, dalla Gruber, ha lodato, lui che è un grande esperto di marketing, la campagna per la fertilità fatta in Danimarca. Qui al minuto 52, parla di una 'fantastica campagna dei danesi'


La cosa mi ha incuriosito. Ecco uno spot danese..


Eccone un altro..




Ora, anch'io li ho visti distrattamente, e mi sono sembrati divertenti e simpatici. Però c'era qualcosa che non tornava, erano un po' troppo simpatici. Ho cercato meglio su internet (diciamo, un cinque minuti). Beh, non si tratta di una vera campagna per la fertilità - è solo la pubblicità di un sito di viaggi danese (http://www.spies.dk) che paròdia una campagna vera invitando il pubblico più che a fare figli, a viaggiare. Certo, pare ci siano cascati anche giornalisti da motore di ricerca stranieri, o quasi. Tutto sommato c'è da credere alla Lorenzin, quando dice che le hanno fatto vedere il volantino errato. Con deficienti del genere, tutto è possibile.


Sunday, 4 September 2016

Satira francese contro gli italiani

Nell'immagine sotto c'è una vignetta di Jean-Marc Reiser, disegnatore francese morto da tempo contro la Famiglia Italiana. E' apparsa, insieme a tante altre ancora peggiori, su 'Linus' negli anni '80.


E non è neanche una delle peggiori. E' un mistero come simile spazzatura non abbia mai provocato nemmeno un minimo conato di protesta da parte italiana. Certo, quando questa robaccia si pubblicava la cosa più vicina all'uso di un social network consisteva nel collegarsi insieme a pochi altri nerd a BBS usando interfacce a carattere e modem da 1200 bps, Non c'era 'viralità' a quei tempi, se non per i primi virus per MS-DOS.

Certo, c'è un problema: la vignetta non è veramente contro gli italiani, ma contro i francesi. 'Brambilla' è solo una maldestra traduzione da parte della maldestra (maldestrissima, fumettologicamente) Milano Libri. In originale la serie era infatti La famille Oboulot en vacances. Reiser, e molti altri disegnatori francesi genericamente 'de sinistra' della sua generazione, ma anche delle successive, fino a noi, erano così. Sporco, sangue, merda, e liquami assortiti. Contro tutti e tutto, come del resto Charlie Hebdo fa da tempo. Dunque, anche contro gli italiani. Un disegnino come questo, per cosa dovrebbe stupire?

E' semplicemente successo che lo sparaliquami di CH girando a 360 gradi stavolta ha ricoperto noi italiani. Forse anche per creare un 'caso', forse più probabilmente no (in Italia, CH non vende comunque).  Avrà ben diritto CH di spruzzare liquami? Si sperà di sì, visto anche quello che è successo lo scorso anno. Non ci va bene la vignetta sul terremoto? Non guardiamola, non compriamo CH e i libri dei suoi disegnatori. That's it, ça suffit, de minimo non curat praetor. Semmai, è da quando leggevo quelle vignette su Linus che, semplicemente, questo tipo di satira non solo non mi fa ridere, ma anzi mi deprime leggermente e mi fa venir voglia di passare ad altro. Sia diretta verso i francesi (e la maggior parte di essa lo è) che contro altri. Perché? Da una parte c'è un tentativo che io trovo lapalissiano di usare una tattica di sconvolgimento per ottenere automaticamente un patentino di cultura 'alta' - un po' come fannp nel cinema i registi del New French Extremism. Dall'altra c'è un errore di fondo. Il sottotesto di disegnatori come quelli Charlie è piuttosto chiaro: fate schifo, facciamo schifo. Il problema è che già lo sappiamo, di fare schifo. Consciamente, o implicitamente, ci è già noto di essere imperfetti, contraddittori, mortali, e peccatori. Sbattere in faccia quello che è insieme ovvio e sgradevole non è satira efficace: la satira efficace funziona quando si riesce ad alludere, in modo garbato o anche sgarbato, ma in modo arguto a quanto facciamo schifo. Ricoprire di sangue, merda e altri liquami non lo è.


Thursday, 1 September 2016

Nuove frontiere della papirologia latina: il Codex Fori Mvssolini

Ieri mi è capitato di leggere una notizia su una 'iscrizione' latina trovata sotto all'Obelisco Mussolini al Foro Italico, nascosta da medaglie, contenente un testo in latino scritto per i posteri. Credo che i dispacci in parte siano stati emendati, ma molti in rete hanno letto qualcosa del genere.






Appena ho letto 'Codex Fori Mussolini' visto che la cosa mi puzzava un po' ho googlato il titolo. E' saltato fuori ad esempio questo link. Un testo scoperto sotto all'obelisco, che però è stato pubblicato da Le Monnier nel 1933-XI ? La realtà è molto più banale: due studiosi hanno pubblicato una (costosissima) edizione critica di un testo già noto, non è stato 'scoperta' una beatissima mazza.
Ma il libro si doveva vendere (è già esaurito, ad oggi), e i media dovevano fare notizia. Anche leggendo dalle note della nuova edizione si legge 'Although the parchment codex remains inaccessible under the obelisk at the Foro Italico in Rome the Latin text of the Codex Fori Mussolini was printed four times in the 1930s'.
Parchment, tra l'altro, pergamena: non una iscrizione epigrafica. Chissà se Aurelio Giuseppe Amatucci ha pensato a un contenitore che preservi davvero per le future generazioni il delicato supporto, ho qualche dubbio che sia ancora davvero leggibile. Una lastra di bronzo sarebbe stato meglio: forse però fu solo un gesto simbolico, ma anche questo non sarebbe una considerazione troppo sensazionalistica.