Wednesday, 19 August 2009

Bankitalia: gli immigrati tolgono il lavoro agli italiani

Ieri e oggi Repubblica e il Corsera hanno presentato articoli relativi a un rapporto della Banca d'Italia secondo il quale si mostrerebbe che gli immigrati non tolgono il lavoro agli italiani.

Leggendo gli articoli con un minimo di attenzione gli articoli però non mi riesce di trovare quasi niente al riguardo... «non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani», d'accordo - le "opportunità occupazionali" sarebbero esattamente ...? - «complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne», e tra i (tanti) italiani maschi e poco istruiti ?

Particolarmente gustoso il passo in cui le donne sarebbero più libere di contribuire all'"offerta di lavoro" perchè gli immigrati si occupano dell'assistenza agli anziani e dei piccoli. Naturalmente: non riescono a trovare un posto all'asilo comunale, ma le donne italiane possono permettersi una baby sitter extracomunitaria, oppure, anche con i genitori ultraottantenni affidati alle badanti, che si possono permettere tutti, hanno tempo finalmente di lavorare.

Ma una grande speranza viene dai futuri immigrati di seconda generazione , «che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani».

Curiosamente, almeno al Nord, gli immigrati hanno un tasso di occupazione maggiore che quello italiano, e redditi minori. Saranno contenti i datori di lavoro, visto anche che in soli 17 anni dal 1991 al 2008, il tasso di immigrazione è decuplicato dallo 0.6 a 6%, così almeno si apprende da Repubblica.

Ah, il Corriere oggi pubblica una lettera di uno studente leghista e la replica di Galli della Loggia - forse per compensare con un po' di buonsenso, chissà.


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