Leggendo gli articoli con un minimo di attenzione gli articoli però non mi riesce di trovare quasi niente al riguardo... «non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani», d'accordo - le "opportunità occupazionali" sarebbero esattamente ...? - «complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne», e tra i (tanti) italiani maschi e poco istruiti ?
Particolarmente gustoso il passo in cui le donne sarebbero più libere di contribuire all'"offerta di lavoro" perchè gli immigrati si occupano dell'assistenza agli anziani e dei piccoli. Naturalmente: non riescono a trovare un posto all'asilo comunale, ma le donne italiane possono permettersi una baby sitter extracomunitaria, oppure, anche con i genitori ultraottantenni affidati alle badanti, che si possono permettere tutti, hanno tempo finalmente di lavorare.
Ma una grande speranza viene dai futuri immigrati di seconda generazione , «che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani».
Curiosamente, almeno al Nord, gli immigrati hanno un tasso di occupazione maggiore che quello italiano, e redditi minori. Saranno contenti i datori di lavoro, visto anche che in soli 17 anni dal 1991 al 2008, il tasso di immigrazione è decuplicato dallo 0.6 a 6%, così almeno si apprende da Repubblica.
Ah, il Corriere oggi pubblica una lettera di uno studente leghista e la replica di Galli della Loggia - forse per compensare con un po' di buonsenso, chissà.
No comments:
Post a Comment