Qualche mese fa mi sono imbattuto per caso in questo tweet di (nientepopodimeno che) Gregorio De Falco, ex Pentecatto, ex ufficiale di Marina, ex 'salga a bordo, cazzo!':
"Il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria un potere che pretende d'essere superiore alle leggi" L'ha scritto davvero Cicerone? La citazione è presente in molte raccolte di 'aforismi in rete', ma sempre senza riferimento. Non è presente in alcun dizionario di citazioni edito a stampa. Naturalmente, da un quarto di secolo almeno, tutto quanto ci resta di Marco Tullio è comodamente disponibile e ricercabile online. Giocando a ritradurre in latino la citazione si possono fare diversi tentativi di ricerca. Ci ho provato, e non ho trovato alcunché. Si potrebbe dire con buon grado di certezza che De Falco si sia affidato acriticamente a Google, e che abbia finito per inciampare in una citazione fasulla. Di citazioni inventate o falsamente attribuite ce ne sono tantissime. Non è un fenomeno limitato alla rete, tanto che eistono ormai diversi dizionari di false citazioni, ma dalla rete pesantamente amplificato. A parziale discolpa di De Falco si può dire che la sua citazione somiglia molto al passo (autentico) del II libro, par. 23 del De Re Pubica:
desunt omnino ei populo multa qui sub rege est, in primisque libertas, quae non in eo est ut iusto utamur domino, sed ut nulllo
Questa citazione, incidentalmente, è stata usata in modo sostanzialmente corretto da Matteo Salvini in parlamento.,poco dopo il tweet di De Falco. Con una certa stizza. un personaggio del calibro di Luiano Canfora, in questi mesi richiamato in servizio permanente effettivo contro il 'pericolo fascioleghista', ha fatto alcune puntigliose precisazioni, come fa notare questo dòtto articlo dell'Huffington Post. Che però esibisce pure un pesante 'De Repubblica' - chissà se Canfora si sia adontato anche stavolta.
Qualche tempo fa invece in un gruppo facebook, per l'appunto dedicato - nominalmnete - alle opere dello stesso Canfora, mi sono trovato davanti un post contrassegnato dall'immagine più in alto. Due malattie contagiose ed epidemiche, la DIARREA verbale e la STITICHEZZA mentale.
Un po' forte. Difficile immaginarsi Cicerone che scrive o pronuncia davvero cose simili. Il tono, anche dietro il viraggio di una traduzione più o meno fedele. è completamente fuori misura.
Anche in questo caso la citazione è priva di riferimenti, e 'vive' solo ed esclusivamente in pagine internet. Anche in questo caso provando a ritradurre in latino il passo e a cercarlo su siti come Perseus non si trova nulla. Sembra una frase inventata di sana pianta e gabellata per una vera citazione; stiliscamente sembra un 'prodotto' molto recente.
Una ricerca su google books non ha dato risultati degni di nota, se non che la frase sembra (il libro non è consultabile in toto) presente in ?Siamo tutti latinisti' di Cesare Marchi,
Il libro risale agli anni '80. Possibile che i memers mi abbiano giocato e che la citazione, ancorché rara, sia autentica?
Beh, per incominciare ho comprato il libro di Cesare Marchi. Si trova usato, molto facilmente, su ebay, davvero per due spiccioli. Eccolo qui:
C'è addirittura il Cicerone dipinto da ..Cesare Maccari in copertina, ma il libro è sostanzialmente un dizionario di citazioni latine messo insieme sulla scia del successo di 'Impariamo l'Italiano', il libro di maggior successo di Marchi. La frase di "Cicerone" cercata però nel dizionario, non c'è.
È presente invece.. nella prima pagina dell'introduzione. Eccola più sotto:
"Se tornasse Cicerone".
Marchi non ha fatto altro che immaginare che Cicerone, sulle orme dell'americano alla corte di re Artù, e di un paio di noti dittatori, torni in vita nel nostro presente (o meglio nei mitici anni '80 del secolo scorso). E gli mette in bocca proprio l'improbabile frase su diarrea e stipsi. A un certo punto qualche lettore frettoloso ha riutilizzato il passaggio credendolo davvero vergato da Cicerone: lo ha fatto online, oppure qualche altro riutilizzatore ha postato la citazione da qualche parte. Con ii suoi riferimenti diciamo così, infantili, la frasetta ha subito tovato ampia eco nel pubblico benpensate, specie di sinistra, Chissà cosa direbbe oggi Marco Tullio se fosse messo di fronte a questo curioso impiego della sua persona...
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