Pregiatissima Sig.ra Cancelliere Merkel,
cari cittadini della Germania
La Germania e l'Italia sono due paesi che con due dittature
nel secolo scorso hanno provocato la più grande tragedia che l'Europa (e non
solo l'Europa) ha vissuto nella sua storia millenaria. La Germania e l'Italia
dovrebbero perciò mostrare il più grande senso di responsabilità ed agire in
modo da impedire l'inizio di un'altra tragedia, che può essere di natura
puramente economica, ma ha la possibilità di essere comunque mortale.
Non è un caso che dopo la IIGM i capi di
stato di entrambi i nostri Paesi, Konrad Adenauer e Alcide de Gasperi furono in
prima linea per accelerare col trattato di fondazione della Comunità Europea,
l'unificazione dell'Europa per il benessere e l'unità di tutti i popoli del
continente. Dobbiamo dunque essere coscienti del fatto che Italia e Germania
sono in prima linea per difendere la Comunità e il benessere di tutti i popoli,
anche quelli che abbiamo accolto troppo affrettatamente nella Comunità.
L'Italia ha anche riconosciuto, sia sotto l'ultimo governo e
ancora di più sotto il governo Monti, di
essere una delle cause della destabilizzazione della Comunità, a causa di un
rapporto troppo elevato tra debito pubblico e PIL. Per questa ragione sono e
sono stati richiesti agli italiani grandi sacrifici per riportare in equilibrio
la situazione finanziaria del paese. E' perciò necessario che anche la Germania
riconosca la sua enorme responsabilità e i grandi vantaggi, che sinora ha tratto
dall'esistenza dell'UE, in modo da cambiare l'orientamento delle sue decisioni
in materia di politica economica per il bene di tutta l'Europa. Senza voler
polemizzare eccessivamente vorremmo riportarVi alla memoria questi vantaggi e
questa responsabilità.
Nel nome dell'unicità del suo passato e sostenuta dalla
solidarietà della Comunità fino ad ora la Germania ha tenuto un comportamento
unilaterale a suo esclusivo vantaggio, ed ha così ottenuto agevolazioni e
regolamenti in deroga, ottenendone enormi vantaggi.
1) L'unificazione monetaria tedesca del 1990 non seguì tassi
di cambio basati sulla realtà del mercato: una pura decisione politica che
consistette in una nobile manifestazione di fratellanza con i cittadini della
DDR, che fu lanciata da un grande statista come Helmut Kohl e che contraddisse
il principio di stabilità. L'inflazione risultante fu combattuta con un aumento
delle tasse la cui estensione non era conciliabile con la stabilità dei mercati
finanziari europei.
2) Come regolamento in deroga nel Trattato di Fondazione
dell'UE nel 1992 furono previsti "aiuti per l'economia dei territori della
repubblica federale colpiti a causa dell'unificazione tedesca" e dichiarati
compatibile con il mercato interno europeo "per quanto sono necessari per
la compensazione degli svantaggi nati dalla divisione.." Questa deroga non
solo è ancora in vigore, ma nel 2007 è stata nuovamente confermata. Secondo
l'Art. 170, Par. 2 lett. C del trattato di Lisbona il Consiglio d'Europa su
proposta della Commissione può decidere "cinque anni dopo l'entrata in
vigore del trattato di Lisbona" se
abolire questa disposizione. Dopo l'entrata in vigore del trattato il
primo gennaio 2009 una nuova trattativa è possibile ora a partire dal 2014. Si
tratta di un regolamentazione di puro e semplice favore, che non è stata
applicata a nessun altro paese ex comunista
che sia entrato a far parte della UE.
3) Nel 2002 l'UE in materia di garanzie statali per il
settore bancario tedesco ha concesso un periodo di transizione eccezionalmente
lungo, fino alla metà del 2005. I rischi assunti fino a quel punto sono
considerati come coperti dalla 'Responsabilità del Garante' (termine legaletedesco in realtà ndf) , a patto che si esauriscano per la fine del 2015. Questo
è probabilmente uno dei motivi che ha determinato l'intervento finanziario statale
a favore del sistema bancario, cosa che pesa in modo così incisivo sul
contribuente tedesco.
4) Dal 2000 al 2007 il rapporto debito pubblico/PIL della
Germania è salito di 5,2 punti percentuali dal 59,7% al 64,9%. In Italia invece
è sceso di 5,6 punti percentuali dal 109,2% al 103,6% avvicinandosi verso il
valore di riferimento del 60% secondo il ritmo appropriato. A differenza
dell'Italia invece la Germania ha preso decisioni politiche che alla luce dei
doveri stabiliti dal trattato di Maastricht sono assolutamente discutibili e la
allontanano sempre più dal valore di riferimento.
5) Nel 2002 e nel 2003 la Germania ha oltrepassato il limite
del 3% di deficit e si avvantaggiata insieme alla Francia delle decisione di
Ecofin di soprassedere a un procedimento formale secondo l'art. 104 del
trattato.
6) Dopo la crisi del 2008 la Germania ha deciso misure
potenziali fino a 418 miliardi di euro,
nel quadro delle disposizioni
comunitari per gli aiuti statali al settore bancario. Quasi un terzo
dell'eccedenza del bilancio delle partite correnti accumulato dalla Germania
dopo l'introduzione dell'Euro. Non sembra che il sistema bancario tedesco abbia
in qualche modo contribuito a ridurre il rischio di instabilità finanziaria di tutto
il continente. Piuttosto ha ricevuto aiuti pubblici in misura molto
considerevole.
L'elenco potrebbe continuare, così come sarebbe possibile una
lista delle deroghe e degli errori da parte italiana. Di fronte alla tragica
verità con cui l'Europa (e non solo l'Europa) si vede a confronto, le
imputazioni a carattere nazionalistico cambiano davvero poco.
Per superare la crisi l'Europa necessita senza dubbio di una
grande rigorosità da parte degli stati membri (e l'Italia mostra per il momento
al mondo di esserne capace). Ha bisogno ancora di più del supporto di coloro che
dell'Euro hanno profittato in grande misura (il 42% dell'export tedesco va nei
paesi della moneta comune). La Germania deve ora mostrare di possedere una
visione politica e una leadership tale da ritrovare la necessaria dinamica di
solidarietà nei confronti di tutti quei popoli che nel seno del trattato di
fondazione della Comunità Europea lottano per unirsi un vero stato federale.
Chiediamo dunque alla Signora Merkel e a tutti i cittadini
tedeschi una immediata e rapida riflessione affinché si ponga un freno alla pratica dei
rimproveri e delle punizioni e si rivedano le misure per la costruzione
dell'unità politica dell'Europa e quindi dell'economia europea.
Come il presidente del consiglio Mario Monti ha detto con
grande franchezza, la Grecia si merita in ogni caso rispetto umano.
Ciao buon giorno bellissima lettera ,ti saluto ,aspetto un saluto da te Riz
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