Tuesday 26 April 2011

Comastes meos

Per qualche giorno, navigando sulla pagina web del secondo quotidiano italiano, sono stato afflitto da un trafiletto relativo all’apparizione, in una chiesa di Montalcino, del coro   ‘Komos’.

L’ensemble vocale si presenta come un coro composto esclusivamente da omosessuali. Dal sito noto in Italia per le numerose raccolte di foto softcore e per sbattere in prima pagina ogni sei mesi un presunto nazi-anti-semita cercato con google (ultima vittima, la povera Cloro, cui va, FWIW, la mia solidarietà), si apprende che ‘Komos’ aveva già provato più volte a cantare in chiesa, senza riuscirci Questa volta sono stati accettati, e ‘due hanno pure fatto la comunione’.

Sorvoliamo pure sul senso che può avere un coro ‘gay’. Per me ha più o meno lo stesso razionale di una squadra di calcio composta esclusivamente da giocatori biondi, o di una orchestra composta esclusivamente da  sofferenti di sindrome del colon irritabile. Certo, con la propensione odierna ad inquadrare l’omosessualità nella sua brava nicchia o nelle sue brave nicchie di mercato, nelle sua brava sottocultura, nei suoi preconfezionati ‘lifestyle’, non c’è molto da stupirsi.

Non c’è da stupirsi che Repubblica, il quotidiano italiano noto per dare risalto anche ai gay pride dell’Ingiuscezia, abbia messo la notizia in prima pagina. Non c’è molto da stupirsi che l’apparizione del coro ‘Komos’ sia letta come l’ennesima battaglia, vittoriosa, contro la Chiesa Cattolica. Questa volta una battaglia combattuta in modo morbido, ma pur sempre una rivalsa contro il nemico di sempre. La prossima volta ci sarà una manifestazione no-vat. La volta ancora qualche storia piccante di preti pervertiti.

Ora, quelli di ‘Komos’ almeno sono credenti? ‘Due hanno fatto la comunione’. Vogliono riformare la chiesa con gesti esemplari, un po’ come quell’amatissimo (e coltissimo) prete di periferia delle mie parti? Sono dei credenti esclusi dal tradizionalismo imperante della C.C. – un po’ come i picchiatelli delle ‘veglie di preghiera contro l’omofobia’?

Lo trovo un po’ dubbio. Cercando su YT, trovo questa pregevole esecuzione di ‘Hallelujah’ di Leonard Cohen. Canzone memorabile, ma non esattamente con un profondo afflato, non dico cattolico, non dico cristiano, ma neanche religioso.
Inoltre c’è il particolare del nome del coro. Forse i religiosi che in passato avevano rifiutato l’accesso al gruppo se ne erano accorti, di sicuro non l’hanno fatto quelli di Montalcino. Il κῶμος era un festival pagano, nella grecia antica, dove perdipiù ci si abbandonava a riti orgiastici.
Un po’ come chiamare Eminem a una festa dell’arcigay, oppure un gruppo tipo ‘NS-88’ in un centro sociale.

Ma forse si è trattato solo di una malcelata ripetizione delle imprese dei 5 madrigalisti moderni, e sono io che prendo tutto troppo seriamente…

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